L’obiettivo è dare vita a 21.255 colonnine per auto elettriche entro il 2025. È scritto nel Pnrr, che chiede 13.755 punti di ricarica in città e 7.500 fast e ultrafast in superstrada (cioè strade extraurbane principali e secondarie, ma non autostrade).
A decidere come e dove installare le infrastrutture (Idr) sono due decreti del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase): il primo focalizzato sulle Idr in superstrada, che sorgeranno in 2.500 stazioni; il secondo nei centri urbani, che accoglierà 4.000 hub. Vediamo nei dettagli.
I fondi disponibili
Ammonta a circa 639 milioni di euro l’investimento totale in colonnine, erogati sotto forma di incentivi a fondo perduto. Di questi, quasi 360 milioni vanno ai punti di ricarica in superstrada e circa 279 milioni alle infrastrutture in città.
Anno/Location | Superstrada | Città | Superstrada + città |
2023 | 149.352.660 € | n.d. | n.d. |
2024 | 143.017.650 € | n.d. | n.d. |
2025 | 67.573.440 € | n.d. | n.d. |
Totale | 359.943.750 € | 279.344.000 € | 639.287.750 € |
Beneficiari, condizioni e limiti
A godere di questi fondi sono imprese o Rti (Raggruppamenti temporanei di imprese, “costituiti o costituendi”) che dovranno presentare una “istanza di ammissione” e dimostrare “di aver gestito stazioni di ricarica operative sul territorio dell’Unione europea, in un numero almeno pari al 5% del numero di stazioni di ricarica riferito all’ambito per il quale è proposta istanza al beneficio (…)”.
Le agevolazioni verranno poi concesse sotto forma di “contributo in conto capitale”, per un massimo del 40% delle spese ammissibili.
“I soggetti beneficiari – continua il decreto –, anche nel caso di partecipazione in forma di Rti, non possono accedere individualmente a un finanziamento di importo superiore al 40% dello stanziamento complessivo relativo a ciascuna procedura di selezione prevista e per ognuna delle annualità della misura”.
Ma quali sono queste spese ammissibili? Si tratta di costi sostenuti per “acquisto e messa in opera” di infrastrutture da almeno 175 kW in superstrada e 90 kW in città, comprese “installazione, impianti e opere edili strettamente necessarie”. I tetti massimi sono 81.000 euro a Idr in superstrada e 50.000 euro a Idr in città.
Spese di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi e costi sostenuti per ottenere le autorizzazioni sono finanziati “nel limite massimo del 10% del costo totale ammissibile per la fornitura e la messa in opera della infrastruttura di ricarica”.
Il Mase specifica che i bonus non sono cumulabili con altri incentivi pubblici o “regimi di sostegno comunque denominati, qualificabili come aiuti di Stato, destinati alla realizzazione delle medesime infrastrutture di ricarica”.
Indicazioni e termini
Saranno finanziati i progetti “avviati successivamente alla data di presentazione
dell’istanza di ammissione al beneficio” e che rispetteranno i requisiti tecnici richiesti. La selezione avverrà in base a un sistema di punti che arriva a un massimo di 100.
Per accedere alle risorse, le imprese e le Rti dovranno presentare domanda di ammissione nell’Area clienti del Gse. Due le indicazioni da riportare:
- “la riduzione percentuale del costo specifico massimo ammissibile (…)” che si chiede, compresa tra l’1,25% e il 50%
- il numero di punti di ricarica che si vogliono realizzare, comunque non inferiore al minimo richiesto dal ministero
Una volta ricevuti i finanziamenti, le imprese e le Rti dovranno attivare le colonnine entro 12 mesi. Il termine può essere prorogato di tre mesi, ma solo per installare il 5% dei punti di ricarica e solo dietro istanza motivata presentata al Mase fino a 3 mesi prima della scadenza. Il ministero deciderà entro 30 giorni. In ogni caso, le colonnine dovranno entrare in funzione entro il 31 dicembre 2025.
Colonnine di ricarica Axpo a Roma
Casi di revoca
Sono previsti dei casi di revoca, anche se ne vengono specificati pochi. Il primo scatta se nell’istanza di ammissione o durante il procedimento emergono “dichiarazioni mendaci”, oppure se le imprese e le Rti esibiscono “atti contenenti dati non rispondenti a verità”. Altra possibilità si verifica quando il soggetto beneficiario non rispetta i termini previsti.
In tutte queste ipotesi, la restituzione delle somme dovrà avvenire entro 60 giorni. Spetterà allo stesso Mase fare tutte le verifiche, “anche delegando il soggetto gestore”: lo stesso che supporterà il ministero durante le procedure. Verrà individuato in un secondo momento e sarà operativo dopo la firma di una convenzione.
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