I nuovi obblighi sugli affitti brevi in Italia vanno verso l’approvazione definitiva. Il Senato ha dato il via libera al decreto Anticipi, aprendo la strada verso un cambiamento più soft del previsto.
Chi affitta per brevi periodi dovrà ottenere ed esporre il Codice anti-evasione Cin, l’identificativo nazionale senza il quale si rischia una multa fino a 8mila euro. Invece, l’obbligo degli estintori e dei rilevatori di gas è stato circoscritto ai locatori imprenditori.
Intanto, dalla piattaforma Airbnb è arrivata una proposta sugli affitti brevi. Vediamo di cosa si tratta.
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Come funziona un affitto breve?
Si tratta di una tipologia di contratto di locazione la cui durata non va oltre i 30 giorni in un anno.
Per molte famiglie e proprietari di immobili, gli affitti brevi sono un’opportunità per accumulare una seconda entrata economica, anche se non una attività imprenditoriale vera e propria. Infatti, possono scegliere un regime fiscale che dovrebbe essere più vantaggioso, con cedolare secca al 21%, che sostituisce l’Irpef e l’imposta di registro. La percentuale sale al 26 in caso di due o più immobili affittati.
Il sistema degli affitti brevi e delle case vacanza è un’opportunità di guadagno anche per le piattaforme internazionali di condivisione e aggregatori di offerte, come Aribnb e Booking. Airbnb incassa il 14% sul totale pagato da chi affitta, e il 3% dal proprietario di casa.
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Cosa prevede la proposta Airbnb
Con un documento online, Airbnb si dichiara “al fianco delle Istituzioni italiane”, e chiarisce di voler contribuire allo sviluppo del turismo sostenibile. Giacomo Trovato, country manager di Airbnb Italia, auspica una legislazione chiara e facile da attuare.
La piattaforma accoglie con favore le nuove misure sulla regolamentazione degli affitti brevi. Airbnb fa sapere che gli annunci esporranno il codice identificativo anti-evasione, in caso contrario saranno rimossi.
Inoltre, propone una mappatura per identificare i quartieri a forte pressione turistica, dove è necessario intervenire con limitazioni.
Infine, propone di disciplinare in modo più stringente la multiproprietà, e tutelare maggiormente la piccola proprietà, difendendo il diritto di affittare senza limitazioni fino a due appartamenti per host.
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