Primo piano con ascensore, buono stato, cantina, armadi a muro, unità in palazzo del 1800. Corso Magenta. Prezzo da capogiro: 21.733 euro al metro quadrato. Totale esborso per interessati: un milione 630 mila euro. Fate due conti e vedrete che siamo al cospetto di un bilocale, la bellezza di 75 metri quadrati.
Qualcuno disposto a spendere 21 mila euro al metro quadro può davvero scegliere un bilocale?
«In un paio di settimane ci sono già arrivate 18 richieste di informazioni».
L’annuncio è comparso per qualche tempo anche sui portali più battuti (da immobiliare.it a idealista.it, nella consueta selva di «da ristrutturare», «da riattare» e «ottimo affare»). Sotto, il contatto: Zampetti Immobili di Pregio. Agenzia che, tra l’altro, anche chi la dimora di pregio non la cerca ha finito per conoscere. Mezza Milano è tappezzata da pubblicità e cartonati con il volto di colui che guida la società: Fabrizio Zampetti. Un’immagine patinatissima (ma qui, per ora, il tema è secondario).
I 21 mila euro e passa al metro quadro sono una notizia, ma per una casa di 75 metri totali di più.
«È una soluzione particolare in palazzo storico (non preciso quale, serve riservatezza). Poi siamo in corso Magenta».
Sta dicendo che il mercato galoppante di Milano rende comuni annunci così?
«È una novità anche per me. Generalmente chi spende tale cifra al metro cerca case più grandi. Eppure la proposta funziona: le chiamate arrivano soprattutto da chi vuole un pied-à-terre di livello».
I clienti potrebbero davvero arrivare dai portali pop?
«Raramente arrivano da quella via. In questo caso abbiamo scelto di far conoscere il prodotto anche così».
Ma le case extra lusso non si piazzavano con un discreto passaparola?
«Per noi almeno il 70% delle compravendite. Però la comunicazione è importante».
E la sua è massiccia.
«Modalità americana: lì ogni annuncio ha il volto del suo referente. È un modo di stare sul mercato che ho fatto mio».
Con stile dandy che non passa inosservato.
«L’eleganza è una cifra, non solo nel vestire. Cerco di trasmetterla con tutta la squadra. Abbiamo anche creato una rivista che parla di cultura, dimore di lusso, design: “Casa ed eleganza”».
Sul sito della società, sotto la sua foto, scrive: «Zampetti non guarda l’orologio, non impegna o vincola il cliente in alcun modo, non demorde mai». Colorito.
«Non sono parole mie ma del giornalista Alessandro Feroldi che mi ha dedicato il libro “All’insegna del bello”».
Quanto spende in comunicazione ogni anno?
«Non ci discostiamo troppo dal milione di euro».
La compravendita più importante?
«Da 15 milioni, ancora Corso Magenta. Non pensiamo però solo al centro: ho venduto a 10 mila euro al metro quadro una villa a Lambrate».
Chi si rivolge a voi?
«L’80% italiani, età 40-50 anni. Lavoro tanto con avvocati, nomi dell’alta moda, più di recente della finanza. Ci sono manager, amministratori delegati, magistrati».
Indagare sul borsino dei clienti riceve un «niet»: «C’è la privacy». Ma una bussola sta nel libro delle referenze di agenzia, che anche online snocciola i riscontri soddisfatti di (tra gli altri) Lupo Rattazzi e Federica Formilli Fendi. Su carta intestata il «grandi!» dello showman e ballerino Stefano De Martino. Zampetti di nuovo non conferma, ma Bobo Vieri e Marco Borriello avrebbero trovato casa passando da lui.
(L’articolo continua sotto il grafico)
Milano sta diventando una città solo per ricchi?
«A Milano girano molti soldi. È positivo che girino e restino qua».
Che impressione le fa sapere degli studenti che si accampano perché non trovano affitti abbordabili?
«Il mercato di Milano è stato influenzato da momenti chiave: il passaggio lira-euro, con un miliardo diventato un milione secco; il Covid che ha impennato le compravendite di alloggi con spazi aperti; la Brexit. Il rientro di cervelli e capitali ha impattato parecchio: c’è chi mi dice che a Londra per 15 mila euro al metro non trovava niente di paragonabile a ciò che trova a Milano. La città è indubbiamente ben posizionata ma le quotazioni non sono quelle di New York, Miami, Londra o Parigi».
Come ha iniziato a vendere case?
«Sono nato a Roma in una famiglia umilissima, quartiere Ardeatino. Non era facile arrivare alla fine del mese. Mi sono trasferito nel Comasco, a Mozzate, e a 22 anni mi hanno preso in un’agenzia immobiliare. Vendevo bilocali, trilocali a cento milioni di lire».
Poi, Milano.
«È una città meritocratica che premia chi sa fare: sono l’esempio. Se qualcuno non apprezza il mio stile m’importa poco: purché che se ne parli. Bado solo al parere dei miei clienti».
Quanti dipendenti ha la sua società?
«Una cinquantina, l’80% donne: sono le migliori. Gestiamo un centinaio di immobili l’anno».
Facile trovare nuove leve o anche lei fatica ad assumere?
«Devi essere reperibile sette giorni su sette, se non sei motivato da noi è inutile presentarsi. E di persone motivate io ne trovo. Tra i nostri agenti immobiliari abbiamo avvocati, architetti, designer».
Compenso dei suoi collaboratori?
«A provvigione».
La percentuale d’agenzia sulle compravendite?
«Il 4% da chi vende e lo stesso da chi compra».
Dove vive?
«A Brera, in 300 metri quadri. Una bella casa che amo».
Lei è nato a Roma ma condivide il cognome con un personaggio televisivo cult degli anni 80, milanesissimo.
«Il Commendator Camillo Zampetti (Guido Nicheli nella serie “I ragazzi della terza C”, ndr). Lo so, lo so».
Un po’ commendatore anche lei?
(Ride)
«Se Nicheli fosse ancora vivo apprezzerebbe il mio stile: lui era elegantissimo. E magari sarebbe mio cliente».
17 settembre 2023 2023
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