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C’è tempo fino ad aprile 2024 per accedere al contributo a fondo perduto previsto per centri di ricerca e imprese del Trentino che hanno progetti di sviluppo e innovazione con ricadute positive sul territorio provinciale di Bolzano. Certamente non ci troviamo di fronte a uno dei tanti finanziamenti a fondo perduto, questo bando ha una spiccata complessità e chi vuole partecipare dovrà richiedere certamente l’aiuto di un esperto del settore. Andiamo ora a scoprire qualche informazione in più sul finanziamento a fondo perduto Bolzano per ricerca e innovazione previsto nell’ambito del PR FESR 2021-2027.

Fondo perduto Bolzano per ricerca e innovazione: i beneficiari

Al bando per i finanziamenti a fondo perduto previsti per gli investimenti innovativi in provincia di Bolzano, possono accedere una pluralità di soggetti: dalle PMI alle start-up, dalle grandi imprese ai poli di innovazione, fino ad arrivare agli enti e organismi di ricerca.

Fondo perduto Bolzano: interventi ammissibili

Per accedere ai finanziamenti a fondo perduto previsti in Trentino nell’ambito del PR FESR 2021-2027, è necessario presentare un progetto che abbia una dimostrabile ricaduta positiva sul territorio della provincia di Bolzano. Più in particolare, sono accettati gli interventi che rientrano nelle seguenti azioni:

  • Azione 1: investimenti in ricerca e innovazione per la creazione di nuovi prodotti, processi o servizi all’interno delle filiere locali o per il miglioramento di quelli già esistenti;
  • Azione 2: investimenti infrastrutturali per il miglioramento di tutte le infrastrutture utilizzate da imprese e comunità scientifica per le attività di ricerca e sviluppo;
  • Azione 3: potenziamento del ruolo dei soggetti territoriali già impegnati nelle attività di ricerca e sviluppo.

Tutte le iniziative, in ogni caso, devono rientrare nell’ambito dei seguenti ambiti:

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  • Automation and Digital: digitalizzazione e automazione dei processi produttivi, per l’innovazione dell’economia locale;
  • Food and Life Science: uno dei comparti con migliori margini di crescita;
  • Green Technologies: tecnologie verdi per la transizione ecologica;
  • Tecnologie alpine: chiaramente legate alle specificità territoriali.

Fondo perduto Bolzano ricerca e innovazione: quanto si può avere

Come si è detto, per il finanziamento a fondo perduto dei progetti di ricerca e innovazione in provincia di Bolzano sono stati stanziati complessivamente 19 milioni di euro. Ciascun progetto, però, dovrà prevedere un budget minimo di 400 mila euro.

Fondo perduto Trentino ricerca e innovazione: scadenze

E in ultimo, andiamo a vedere le scadenze. Il finanziamento a fondo perduto Bolzano per ricerca e innovazione è stato attivato il 19 gennaio 2024 e scadrà alle ore 12:00 dell’11 aprile 2024.

 

Fondo Nidi Puglia: fondo perduto per nuove imprese

Il Fondo Nidi Puglia, previsto nell’ambito della PR FESR-FSE+ 2021/2027, finanzia con contributi a fondo perduto e a tasso agevolato l’apertura di nuove imprese in Puglia. Il provvedimento finanzia piani di investimento con importi compresi tra i 10 mila e i 150 mila euro, con agevolazioni ulteriori per giovani e donne. Un’occasione estremamente interessante, quella del bando Nidi della Regione Puglia del quale avevamo già parlato in precedenza. Ora in questo breve articolo andiamo ad approfondire tutti i dettagli circa questo fondo.

Fondo Nidi Puglia: chi può accedere al finanziamento

I beneficiari del Fondo Nidi Puglia sono coloro che intendono avviare una microimpresa sul territorio pugliese. I richiedenti dovranno rientrare in una delle seguenti casistiche:

  • Imprese Femminili, sia in forma di impresa individuale che di società, partecipate interamente da donne di età superiore a 18 anni;
  • Compagini Giovanili, da costituirsi in forma di società, partecipate interamente da giovani con età compresa tra i 18 e i 35 anni alla data della domanda preliminare;
  • Nuove Imprese, partecipate per almeno il 50% da categorie classificate come svantaggiate (giovani, donne, percettori di strumenti di sostegno al reddito, titolari di partita IVA che nell’anno precedente abbiano fatturato meno di 15 mila euro ecc…);
  • Imprese Turistiche che posseggano gli stessi requisiti previsti nel caso delle Nuove Imprese.

Numerosissimi i settori coperti dal Fondo Nidi Puglia: dai b&b alla ristorazione, dal manifatturiero all’edilizia, dalle agenzie di viaggio alle società di comunicazione, dalla sanità ai servizi alla persona, dall’istruzione alle attività sportive ed artistiche.

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Fondo Nidi Puglia: interventi ammissibili

Adesso andiamo a vedere quali interventi possono essere finanziati con il Fondo Nidi Puglia:

  • Acquisto di beni quali macchinari, attrezzature, impianti, arredi, dispositivi di protezione individuale e collettiva, automezzi;
  • Realizzazione di opere edili;
  • Acquisto software e/o licenze d’uso per programmi gestionali volti alla digitalizzazione e ottimizzazione dei processi dell’impresa;
  • Copertura spese per la locazione di immobili e per il pagamento delle utenze dell’impresa;
  • Acquisto di materie (prime o semilavorate) utili all’attività di impresa.

Nel caso delle Compagini Giovanili e delle Imprese Femminili, il Fondo Nidi Puglia prevede anche lo sviluppo di mobile app ed e-commerce e consulenze informatiche.

Altre specifiche disposizioni sono previste per le Imprese Turistiche. Per queste il Fondo Nidi Puglia prevede l’obbligo ad investire in almeno due dei seguenti settori: digitalizzazione, accessibilità per le persone con disabilità, mobilità sostenibile.

Fondo Nidi Puglia: l’agevolazione

Il Fondo Nidi Puglia prevede agevolazioni così composte:

  • Un contributo a fondo perduto che copre il 50% degli investimenti previsti dal progetto del proponente;
  • Un finanziamento rimborsabile che va a coprire il restante 50% degli investimenti.

Uno strumento interessante, quindi, molto simile agli ambiti finanziamenti a fondo perduto, che consente di coprire la metà delle spese sostenute con fondi che non devono necessariamente essere restituiti.

Inoltre, il Fondo Nidi Puglia prevede ulteriori agevolazioni per Compagini Giovanili ed Imprese Femminili. In questo caso il finanziamento rimborsabile scende al 25% del totale e viene inserito un aiuto sotto forma di assistenza rimborsabile per coprire il restante 25% del totale degli investimenti.

Fondo Nidi Puglia: quanto è possibile ottenere

Ma in concreto, quanto si può avere grazie al Fondo Nidi Puglia? La cifra varia in base all’importo complessivo dell’investimento che si intende eseguire:

  • Nel caso dei programmi di investimento fino a 50 mila euro, l’aiuto è pari al 100% dell’investimento;
  • Se il piano di investimento prevede spese tra i 50 mila e i 100 mila euro, invece, l’agevolazione è pari al 90% dei costi sostenuti;
  • Tra i 100 mila e i 150 mila euro il Fondo Nidi Puglia va a coprire l’80% delle spese totali.
Voucher digitalizzazione PMI Lazio: occasione per piccole e medie imprese

Lavoro da remoto, creazione e ampliamento di e-commerce, marketing digitale, cyber security e software gestionali per le operazioni e la logistica: sono veramente tantissimi gli interventi finanziabili con il Bando voucher digitalizzazione PMI. C’è tempo fino al 23 gennaio 2024 per aggiudicarsi il contributo a fondo perduto previsto nell’ambito dei finanziamenti regione Lazio, con cifre che vanno dai 50 mila ai 150 mila euro per ciascuna impresa richiedente. Un’occasione da non perdere: andiamo a vedere nel dettaglio quali sono i beneficiari del bando, entro quando è possibile inviare la domanda e quali sono le agevolazioni previste grazie ai voucher PMI Lazio.

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Bando Voucher digitalizzazione PMI: chi può accedere

Una buona notizia: non è difficile ottenere i voucher digitalizzazione PMI della regione Lazio. I beneficiari del bando, infatti, sono tutte le MPMI (Micro, Piccole e Medie Imprese) con sede operativa nel Lazio. Inoltre, possono presentare domanda anche i liberi professionisti titolari di una partita IVA.

Voucher digitalizzazione PMI: interventi ammissibili

Come molti finanziamenti a fondo perduto, il bando per i voucher digitalizzazione del Lazio prevede la possibilità di finanziare diversi interventi:

  • Interventi di cyber security;
  • Creazione o ampliamento di canali e piattaforme digitali;
  • Creazione e ampliamento e-commerce;
  • Acquisto di spazi digitali di archiviazione;
  • Diagnosi digitale;
  • Acquisto di strumenti e software per il lavoro digitale.

Tutte le spese ammissibili, ovviamente, devono avere come obiettivo primario quello della digitalizzazione dell’impresa richiedente (ed eventualmente beneficiaria).

Voucher digitalizzazione PMI: agevolazione prevista

Se ti stai chiedendo quanto puoi ottenere dal bando Voucher digitalizzazione PMI, sappi che la cifra del finanziamento a fondo perduto varia in base alla dimensione dell’azienda:

  • Per le Micro Imprese, il contributo massimo è di 50 mila euro;
  • Per le Piccole Imprese, invece, si alza fino a 100 mila euro;
  • Per le Grandi Imprese, infine, il contributo massimo arriva a quota 150 mila euro.

In ogni caso, non possono essere richiesti ed erogati contributi per un importo inferiore ai 14 mila euro.

Voucher digitalizzazione PMI: scadenza bando

Infine, concludiamo con le scadenze: le domande al bando voucher digitalizzazione PMI possono essere presentate a partire dalle ore 12:00 del 6 dicembre 2023, fino alle ore 18:00 del 14 febbraio 2024. Ovviamente possono accedere solo le imprese che abbiano una sede operativa nel territorio della regione Lazio.

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Microcredito Lombardia: tasso zero per PMI e autonomi

Microcredito Lombardia è uno dei tanti (e spesso interessanti) finanziamenti Regione Lombardia del 2024. Previsto in attuazione del PR FESR, il bando dispone di una dotazione finanziaria di 24 milioni di euro e prevede agevolazioni fino a 40 mila euro per PMI e lavoratori autonomi. In questa breve guida troverai tutte le informazioni che devi conoscere sul bando Microcredito Lombardia: scoprirai se rientri tra i possibili beneficiari, quali investimenti puoi effettuare con i fondi, quanto potresti ricevere e quali sono le scadenze del bando.

Microcredito Lombardia: i soggetti beneficiari

I beneficiari del Microcredito Lombardia sono le PMI e i lavoratori autonomi. Più nel dettaglio, possono beneficiare delle agevolazioni previste dal bando:

  • Le PMI con almeno una sede in Lombardia (quella oggetto del progetto), a patto che siano iscritte nel Registro delle Imprese da non più di 5 anni;
  • Gli autonomi con partita IVA individuale attiva che abbiano domicilio fiscale e sede in Lombardia. Anche nel caso dei lavoratori autonomi vige il limite di 5 anni dall’inizio delle attività.

Andiamo ora a vedere quali spese sono reputate ammissibili dal bando Microcredito Lombardia.

Microcredito Lombardia: gli interventi ammissibili

Come avviene per tutti i migliori finanziamenti agevolati, anche in questo caso bisogna verificare quali spese possano essere coperte dall’agevolazione. Le spese ammissibili al finanziamento previsto dal Microcredito Lombardia riguardano essenzialmente l’acquisto di beni materiali e immateriali finalizzati alla realizzazione del progetto di sviluppo di impresa:

  • Beni materiali: arredi, macchinati, dispositivi elettronici, hardware, attrezzature, impianti per la produzione di energia green;
  • Beni immateriali: acquisto di software gestionali, sottoscrizione di licenze per l’utilizzo di software, brevetti e licenze d’uso.

Microcredito Lombardia: quanto è possibile ottenere

Veniamo ora alla domanda che certamente ti starai ponendo: quanto posso ottenere accedendo a Microcredito Lombardia? L’agevolazione prevede un finanziamento a tasso zero regionale e un finanziamento a tasso agevolato privato (con tasso di interesse massimo pari al 9%) da parte di un operatore di microcredito convenzionato con la Regione Lombardia. Il finanziamento regionale copre il 40% dell’importo totale, quello privato copre il restante 60%.

Il tasso di interesse complessivo del finanziamento è la risultane della media tra 0 (finanziamento regionale) e X (tasso variabile applicato dall’operatore di microcredito).

L’importo complessivo agevolabile, stando a quanto previsto dal bando Microcredito Lombardia, deve essere sempre compreso in una forbice che va da un minimo di 15 mila euro a un massimo di 40 mila euro.

Microcredito Lombardia: presentare la domanda

Per partecipare al bando Microcredito Lombardia bisogna presentare la domanda a partire dalle 10:30 del 15 gennaio 2024. La scadenza non è prevista da bando poiché si procederà ad assegnare le agevolazioni fino all’esaurimento della dotazione finanziaria disponibile (pari a 24 milioni di euro).

La presentazione della richiesta per accedere al Microcredito Lombardia non è semplicissima e pertanto richiede l’aiuto di un esperto di finanza agevolata. Moduli e maggiori dettagli sul sito web dedicato

Fondo perduto imprenditoria femminile Friuli: occasione PMI

È noto, molti dei migliori finanziamenti a fondo perduto agevolano l’imprenditoria femminile per colmare il gap di genere che ancora caratterizza i dati nazionali sulla disoccupazione. Tra questi c’è il finanziamento a fondo perduto a sostegno di progetti di imprenditoria femminile che il Friuli-Venezia Giulia mette a disposizione delle aziende friulane che rispettino i requisiti necessari per accedere al bando. Per presentare la domanda c’è tempo fino al 13 marzo 2024 e agevolazioni che arrivano fino a 30 mila euro. Cerchiamo di sintetizzare tutto ciò che c’è da sapere su questo bando: beneficiari, cosa finanzia, entità dell’agevolazione, scadenze e come presentare la domanda.

Fondo perduto imprenditoria femminile: i beneficiari

I soggetti beneficiari del contributo a fondo perduto per l’imprenditoria femminile sono tutti quelli che rispettino i seguenti requisiti:

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  • Devono essere PMI (piccole e medie imprese): sono escluse, quindi, dal bando le libere professioni e le grandi aziende;
  • Devono avere la propria sede legale o almeno una sede operativa/produttiva in Friuli-Venezia Giulia;
  • Devono essere imprese nuove: iscritte da meno di 36 mesi al registro delle imprese;
  • Devono essere guidate da donne: la titolare deve essere donna o, se ci si trova di fronte a una cooperativa, la maggioranza dei soci deve essere donna.

Pochi e molto chiari, insomma, i parametri necessari per stabilire se si rientra (o meno) tra i beneficiari del fondo perduto imprenditoria femminile della regione Friuli.

Fondo perduto imprenditoria femminile: cosa finanzia il bando

Il fondo perduto imprenditoria femminile del Friuli-Venezia Giulia copre le spese sostenute per progetti di investimento nelle aziende beneficiarie. Ma quali sono queste spese coperte dal finanziamento? Andiamo ad approfondire:

  • Acquisto o leasing di beni: arredi, macchinari, attrezzature, impianti, automezzi, hardware ecc…;
  • Acquisto o leasing di beni immateriali: licenze, brevetti, software ecc…;
  • Attività pubblicitarie e promozionali (fino a un massimo di 10 mila euro);
  • Spese per l’avvio di impresa e la realizzazione del business plan;
  • Adeguamento o ristrutturazione dei locali in cui opera l’azienda (fino a un massimo di 40 mila euro);
  • Realizzazione sito internet aziendale;
  • Locazione dei locali in cui opera l’azienda per un periodo massimo pari a 12 mesi (fino a un massimo di 15 mila euro).

Fondo perduto imprenditoria femminile: il contributo

Il contributo del fondo perduto imprenditoria femminile del Friuli va da un minimo di 2.500 euro, fino a un massimo di 30 mila euro. In ogni caso, questo viene calcolato come il 50% del totale delle spese ammissibili.

Insomma, il bando copre con un finanziamento a fondo perduto la metà degli investimenti sostenuti dalle PMI friulane a guida femminile. Andiamo ora a vedere come, dove e soprattutto quando presentare la domanda per ottenere i fondi.

Fondo perduto imprenditoria femminile: scadenze e presentazione domanda

Ultimo ma non per importanza: come accedere al fondo perduto imprenditoria femminile del Friuli-Venezia Giulia? Il modulo per la domanda dovrà essere compilato e inoltrato a partire dal 13 febbraio 2024 ed entro e non oltre le ore 16:30 del 13 marzo 2024.

Credito d’imposta ZES 2024: cos’è, come averlo e chi può richiederlo

Il credito d’imposta ZES 2024 rappresenta una grande occasione per molte aziende che operano nel Mezzogiorno d’Italia. Uno strumento utilissimo per incentivare gli investimenti delle imprese e per rilanciare un territorio che ha bisogno di crescita economica. Non a caso, infatti, viene considerata una delle principali agevolazioni per le regioni del Sud (insieme a bandi di sviluppo territoriale come Resto al Sud).

In questa breve guida troverai tutte le informazioni su questa agevolazione: come funziona, quanto è possibile ottenere, come presentare la domanda e quali sono i beneficiari.

Credito d’imposta ZES 2024: cos’è

Se parliamo di credito d’imposta ZES 2024 ci riferiamo ad un credito che i beneficiari possono utilizzare per compensare tasse e oneri fiscali. Si tratta, insomma, di un tax credit pensata per rilanciare l’economia meridionale, visto che riguarda le aziende che investono sulle loro sedi produttive nelle regioni del Sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Più nello specifico, l’agevolazione riguarda le aziende che operano nelle cosiddette ZES (Zona Economica Speciale): aree in cui lo Stato incoraggia con agevolazioni e benefici gli investimenti e l’imprenditoria. A voler essere più precisi, in realtà, il credito d’imposta 2024 riguarda la ZES Unica Sud.

Si parla, come certamente avrai già intuito, di una procedura estremamente complessa, che richiede il supporto di un esperto di finanza agevolata sia nella fase di presentazione del bando, sia in quella di scomputo del credito dal prelievo fiscale.

Cos’è la ZES Unica Sud

La ZES Unica Sud è la zona economica speciale che dal 2024 accorpa tutte le precedenti ZES del Mezzogiorno d’Italia. Un provvedimento deciso con l’ultima Legge di Bilancio e che cammina in sinergia con il lancio del credito d’imposta ZES 2024.

Credito d’imposta ZES 2024: beneficiari e a chi spetta

I beneficiari del credito d’imposta ZES 2024 sono le imprese che investono nell’acquisto o nel leasing di beni strumentali per le loro sedi produttive nelle Regioni del Sud. Non sono molti i comparti esclusi dal provvedimento, il tax credit si può applicare a quasi tutte le aziende a prescindere dal settore in cui operano.

Sono escluse dal credito d’imposta ZES 2024 solo quelle aziende che si trovano in stato di liquidazione (o in condizioni equiparabili) e quelle che operano nei seguenti settori:

  • Finanziario/creditizio;
  • Assicurativo;
  • Navale;
  • Energetico;
  • Siderurgico;
  • Fibre sintetiche;
  • Carbonifero;
  • Dei trasporti.

Come funziona il credito d’imposta ZES 2024

Il funzionamento del credito d’imposta ZES 2024 è molto semplice: al beneficiario si riconosce un credito nei confronti dello stato, tale credito può poi essere recuperato “scalandolo” dalle tasse. Si tratta, in sostanza, di uno “sconto fiscale” per le aziende che investono nel Mezzogiorno. Ma andiamo ora a vedere più nel dettaglio come si calcola il credito d’imposta ZES 2024.

Credito d’imposta ZES 2024: percentuale e agevolazione

Il credito d’imposta ZES 2024 è un beneficio fiscale, ma come si calcola la cifra esatta dell’agevolazione? Ogni azienda riceverà un credito pari a una certa percentuale della cifra investita nell’acquisto e nel leasing di beni strumentali destinati a potenziare le strutture produttive già esistenti o da realizzare (sempre a patto che si trovino al Sud).

La percentuale che determina l’entità dell’agevolazione varia in base alle dimensioni dell’azienda (aumenta al decrescere delle dimensioni) e alla regione in cui si trova. Se prendiamo ad esempio il caso della Campania, vediamo come la percentuale sulla quale viene calcolato il credito d’imposta ZES 2024 va dal 40% attribuito alle grandi imprese, al 50% delle medie, fino ad arrivare al 60% previsto per le piccole imprese. Puglia, Sicilia e Calabria hanno numeri sovrapponibili, mentre nel caso delle altre regioni le percentuali scendono. In Sardegna, Molise e Basilicata per esempio, le grandi imprese partono dal 30%, le medie imprese arrivano al 40% e le piccole al 50%. L’Abruzzo, infine, è un caso a sé stante, con uno schema 15%, 25% e 35%.

Gli importi agevolabili (quelli su cui si calcola pe percentuale che va a definire l’agevolazione) devono essere compresi tra un minimo di 200 mila euro e un massimo di 100 milioni di euro. Parliamo, quindi, di grandi investimenti, anche se potranno essere spalmati su lassi prolungati di tempo.

In ogni caso, è chiaro che il credito d’imposta ZES 2024 rappresenti un’ottima occasione per le imprese che operano al Sud, da non sottovalutare e comparabile, per beneficio, a molti dei migliori finanziamenti a fondo perduto.

Credito d’imposta ZES 2024: investimenti agevolabili

Abbiamo detto che la cifra del credito d’imposta ZES 2024 si calcola in percentuale sul valore degli investimenti effettuati per l’acquisto e il noleggio di beni strumentali. Ma cosa sono nel dettaglio i beni strumentali? Volendo essere più specifici, parliamo di nuovi macchinari, apparecchiature, impianti e attrezzature, ma il credito d’imposta ZES 2024 finanzia anche l’acquisizione o l’ampliamento degli immobili necessari al piano di investimenti presentato dall’impresa all’atto della domanda.

Domanda Credito d’imposta ZES 2024: come farla

La procedura di presentazione della domanda per il credito d’imposta ZES 2024 è tutt’altro che semplice e certamente richiede l’aiuto di un esperto in finanza agevolata e bandi di questa portata. L’accoglimento delle domande e la valutazione non potrà che passare per gli uffici del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) e dell’Agenzia delle Entrate. Tutti i dettagli sono ovviamente disponibili sui portali istituzionali.

Credito d’imposta ZES 2024: quando può essere speso e cumulabilità

Il credito d’imposta ZES 2024, essendo un tax credit, potrà essere usato in compensazione delle tasse. Inoltre l’importo del credito di imposta può essere cumulato con altre agevolazioni statali che riguardano gli stessi investimenti (sempre nel rispetto delle normative europee sulla materia).

Anche in questo caso, la difficoltà del bando impone la figura di un professionista del settore, che possa guidare l’impresa non solo nell’ottenimento, ma anche nel corretto utilizzo del credito d’imposta ZES 2024.

Credito d’imposta ZES 2024: scadenze

Il credito d’imposta ZES 2024 viene calcolato sugli investimenti realizzati dal 1 gennaio al 15 novembre 2024. Vengono finanziati tutti gli interventi fino a esaurimento del fondo.

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Legge Sabatini Guida per l’accesso al Finanziamento Agevolato

Legge Sabatini: la misura punta a favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese con finanziamenti agevolati per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature e investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (RFID), sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.

Il bando Legge Sabatini 2024 non è l’unica misura per finanziare l’acquisto di macchinari e attrezzature.

Legge Sabatini: le precisazioni del Mise

La misura consente di inoltrare le istanze per gli investimenti in tecnologie digitali e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.

Ora il Mise ha anche precisato l’elenco dei beni materiali utili alla trasformazione tecnologica e digitale delle aziende adeguandole alle linee di Industria 4.0, per ottenere il finanziamento maggiorato. Il Mise ha anche fornito chiarimenti per le imprese della pesca e dell’acquacoltura.

Legge Sabatini: i beni ammessi al finanziamento

Ecco i beni ammessi al finanziamento della legge Sabatini

L’elenco è nutrito e suddiviso in vari ambiti:

beni strumentali controllati da sistemi computerizzati:
macchine utensili per asportazione; operanti con laser; per la realizzazione di prodotti grazie alla trasformazione di materie prime; per la deformazione plastica dei metalli; per l’assemblaggio, la giunzione e la saldatura; per il confezionamento e l’imballaggio; per la deproduzione e il riconfezionamento; robot; per il conferimento o la modifica delle caratteristiche dei prodotti; per la manifattura; motrici e operatrici; magazzini automatizzati. Per questo ambito le le macchine dovranno essere dotate di controllo, interconnessione, integrazione automatizzata, interfaccia e osservare le norme di sicurezza, salute e igiene del lavoro, oltre che essere adeguate a sistemi cyberfisici.

sistemi per garantire qualità e sostenibilità: di misura; di monitoraggio in-process; per la caratterizzazione dei materiali; per il test delle polveri; per la marcatura e tracciabilità; per il monitoraggio delle macchine; per l’etichettatura; per la gestione dei consumi; per il trattamento di acqua, aria, olio, e sostanze chimiche.

– attrezzature per l’interazione uomo macchina: banchi e postazioni di lavoro ergonomiche; sistemi per il sollevamento; dispositivi wearable; interfacce intelligenti per la sicurezza.

Per presentare la domanda di accesso alla Legge Sabatini 2024 è necessario compilare tutta la modulistica prevista dal bando unitamente ad un buon business plan.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): tutto quello che devi sapere

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è l’iniziativa ideata dal governo italiano per illustrare come il nostro paese pianifica di utilizzare i fondi concessi dall’Unione Europea tramite il programma Next Generation EU, al fine di sostenere la ripresa post-pandemica dal COVID-19.

L’ex primo ministro Mario Draghi ha proposto il PNRR dell’Italia, che è stato approvato dalla Commissione Europea nell’estate del 2021. Il 13 luglio dello stesso anno, il Consiglio dell’UE ha dato il suo via libera definitivo.

L’Italia beneficerà di un finanziamento complessivo di 191,5 miliardi di euro, suddivisi in 68,9 miliardi di euro come sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro sotto forma di prestiti. La prima tranche di 24,9 miliardi di euro è stata erogata nell’agosto 2022.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): perché rappresenta un’opportunità per l’Italia

Il PNRR non rappresenta solamente un piano di ripresa, ma costituisce un’opportunità unica per rinvigorire l’economia italiana dopo la pandemia da coronavirus, generare nuovi posti di lavoro e supportare famiglie e imprese. I fondi del NextGenerationEU (NGEU) costituiscono il pacchetto di misure di stimolo più vasto mai finanziato in Europa.

L’abbondanza di risorse che arriverà in Italia potrà essere impiegata per trasformare il nostro paese in una nazione più verde, più digitale e più resiliente.

La struttura del PNRR: l’analisi dettagliata

Il PNRR è stato sviluppato seguendo le direttive stabilite dalla Commissione Europea e si compone di 6 missioni e 16 componenti. Le sei missioni includono:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. Istruzione e ricerca;
  5. Coesione e inclusione;
  6. Salute.

Il PNRR prevede importanti azioni per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, l’ampliamento della banda ultra larga e l’implementazione di connessioni ad alta velocità in tutto il paese. Supporto per il settore culturale e turistico. Misure per migliorare la sostenibilità ambientale, promuovere fondi per le energie rinnovabili e incentivare l’efficienza energetica degli edifici. Finanziamenti per realizzare infrastrutture di trasporto moderne, con lo sviluppo dell’alta velocità e la modernizzazione delle linee ferroviarie regionali. Sostegno economico per potenziare il sistema educativo, la ricerca, l’istruzione, il trasferimento tecnologico e l’ampliamento delle scuole dell’infanzia, scuole di ogni ordine e grado e università.

Il Piano pone un forte accento sul sostegno all’occupazione di giovani e donne, facilitando l’ingresso nel mondo del lavoro e promuovendo l’inclusione di genere. Sono inoltre previste misure per assistere le persone disabili e vulnerabili. Infine, il pilastro della salute pubblica prevede azioni per migliorare l’assistenza domiciliare e potenziare le strutture sul territorio, creando un sistema di prossimità e le “case della comunità”.

Differenza tra PNRR e RECOVERY PLAN

PNRR e Recovery Plan sono termini che spesso vengono utilizzati come sinonimi, ma in realtà il PNRR rappresenta solo una parte del Recovery Plan. Infatti, il PNRR è finanziato dai fondi del NextGenerationEU per 191,5 miliardi di euro. Se a questa cifra aggiungiamo le risorse provenienti da altri fondi europei (47,5 miliardi di euro dal REACT-EU) e 30,6 miliardi di euro dal Fondo complementare nazionale, otteniamo il valore totale del Recovery Plan.

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) offre un’opportunità unica per trasformare e rafforzare l’economia italiana. Tuttavia, per sfruttare al meglio i fondi disponibili, è fondamentale rivolgersi a consulenti esperti che possano guidare famiglie, imprese e organizzazioni nella comprensione delle opportunità offerte e nella presentazione di progetti idonei.

Affidarsi a professionisti del settore garantisce un approccio strategico e mirato, massimizzando le possibilità di successo e garantendo che le risorse del PNRR siano impiegate in modo efficace ed efficiente per il bene del nostro Paese e delle sue generazioni future.

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Imprenditoria Giovanile Scopri Tutti i Finanziamento 2024 per le Start Up

Imprenditoria giovanile sai di cosa si tratta?

Hai un’idea di business che vuoi realizzare?

Non ti servirà alcuna bacchetta magica, mettiti in gioco!

Ad aiutarti ci sono le agevolazioni, i fondi e i contributi a fondo perduto a favore della imprenditoria giovanile.

Visita il sito di Invitalia per consultare i bandi per i giovani imprenditori.

Come avviare la tua impresa con i fondi per imprenditoria giovanile 2024

Le istituzioni regionali, statali ed europee mettono a disposizione interessanti opportunità per avviare il tuo progetto d’impresa. Periodicamente vengono emessi bandi per richiedere finanziamenti dedicati.

Scopri tutte le agevolazioni su cui puoi contare per dare vita alla tua idea.

Come trovare online il bando giusto per te?

La ricerca del finanziamento è più facile se sai dove cercare le informazioni. Ecco i 4 siti web che ti suggeriamo di visitare costantemente:

  1. Regione di riferimento: verifica i requisiti richiesti e se ci sono vincoli di cumulabilità.
  2. Invitalia, l’agenzia focalizzata sullo sviluppo del Mezzogiorno.
  3. Garanzia giovani, dedicata a chi ha tra i 18 e i 29 anni.
  4. Commissione Unione Europea e progetto Europa 2020 a favore di un’economia che accresce competenze e quindi istruzione e lavoro.

 

I fondi Mise fino a 50 milioni di euro

Il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), attraverso Invitalia, ha emesso il bando Nuove imprese a tasso zero a favore dell’imprenditoria giovanile e delle donne.

Cosa prevedono i finanziamenti imprenditoria giovanile?

La dotazione finanziaria prevede fino a 1,5 milioni di euro, con finanziamenti a tasso zero in 8 anni fino al 75% di spese.  Per partecipare al bando di finanziamento occorre aver avviato un’impresa da non più di 12 mesi o se il progetto deve ancora partire, si hanno a disposizione 45 giorni dall’ok del finanziamento per aprire l’attività.

Quali settori di riferimento e per quali spese?

Le aree di competenza delle imprese che richiedono le agevolazioni Mise sono:

  • produzione di beni;
  • fornitura di servizi;
  • commercio di beni e servizi;
  • attività turistico-culturali e miglioramento dei servizi;
  • l’innovazione sociale.

Il bando per le agevolazioni per i giovani imprenditori e le donne prevede che i finanziamenti coprano le spese relative a:

  • suolo aziendale, acquisto fabbricati e ristrutturazioni;
  • macchinari e impianti;
  • programmi informatici e tecnologie;
  • brevetti, licenze e marchi;
  • formazione;
  • consulenze specialistiche.

Ora tocca a te, fatti avanti con il tuo progetto.

 

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