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Città del Vaticano – Il famoso palazzo di Sloane Avenue a Londra – al centro di un processo tuttora in corso in Vaticano per una compravendita sulla quale i magistrati del Papa ipotizzano vi sia stata una truffa, è stato finalmente venduto «con un incasso complessivo di 186 milioni di sterline» (pari a 214 milioni di euro). Questo senza intaccare le offerte versate alla Sede apostolica da tutto il mondo, il cosiddetto Obolo di San Pietro. «Nei giorni scorsi l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha ultimato la vendita a Bain Capital del palazzo in 60 Sloane Avenue a Londra, con un incasso complessivo di 186 milioni di Sterline. La Segreteria per l’Economia ha seguito l’intera procedura nelle sue varie fasi» ha reso noto l’Apsa.
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Non toccato Obolo di San Pietro
Nell’ottobre del 2020, il presidente dell’Apsa, monsignor Nunzio Galantino, in una intervista ad Avvenire aveva anticipato che le perdite per l’affare immobiliare di Londra, oscillavano secondo stime effettuate da esperti, fra un minimo di 66 e un massimo di 150 milioni di sterline (73 e 166 milioni di euro rispettivamente). «Le perdite riscontrate rispetto a quanto speso per l’acquisto dell’immobile», precisa oggi il Vaticano «sono state conferite alla riserva della Segreteria di Stato, senza che in nessun modo in questa circostanza sia toccato l’Obolo di San Pietro, e con esso le donazioni dei fedeli».
«Per garantire la trasparenza e l’indipendenza del processo di valutazione, la Santa Sede si è avvalsa dell’assistenza del Broker immobiliare Savills, selezionato al termine di una procedura di gara avviata nel gennaio 2021 sotto la vigilanza di advisor immobiliari. Nel settembre del 2021 l’Apsa ha ricevuto un primo round di 16 offerte, oggetto di due diligence nei mesi successivi, seguito da un secondo round di 3 offerte, anch’esse oggetto di opportuni accertamenti. L’operazione si è perfezionata nei mesi scorsi con la scelta del compratore e, infine, con l’atto di compravendita».
Al tribunale Vaticano prosegue, intanto, il processo che vede tra gli imputati (dieci in tutto tra funzionari vaticani, finanzieri, sacerdoti) anche il cardinale Angelo Becciu, all’epoca dei fatti Sostituto agli affari generali in Segreteria di Stato. Fu lui a dare il via libera all’acquisto del palazzo nell’esclusivo quartiere londinese di Chelsea, dopo avere avuto il via libera dal Papa e dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato.
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