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E’ noto come, per le esigenze della spending review, l’Arma locale sia destinata a trasferirsi dall’attuale sede di via Pisacane all’ex caserma militare Paolini, in via Gramsci. Quello che non si sapeva è che si vorrebbe relegare la Compagnia di Fano, con 50 carabinieri in servizio alla guida di 13 stazioni territoriali per complessivi 150 militari, nel fabbricato sul retro dell’ex complesso dell’esercito, già adibito a officina e cucine (nella foto), del tutto inidoneo per la sua conformazione ai compiti istituzionali dell’Arma, a partire dalle ragioni di sicurezza e riservatezza perché tutt’intorno ci sono edifici più alti. Mentre il fronte dello stabile su via Gramsci e gli altri fabbricati che si affacciano sul cortile interno dovrebbero rientrare in una speculazione immobiliare per la trasformazione in appartamenti, negozi e uffici.
Dell’allarme, che getta una lunga ombra sull’uso della caserma Paolini la cui proprietà è destinata a passare dal Demanio al Comune in base al federalismo fiscale, si fa interprete il segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Antonio Baldelli. Attualmente la Compagnia dei carabinieri di Fano è allocata in uno stabile privato che costa allo Sato quasi 300 mila euro all’anno di affitto, perciò l’input di risparmiare del Governo Renzi.
“Secondo il progetto esecutivo elaborato dal Provveditorato per le opere pubbliche – dichiara Antonio Baldelli -, la caserma dei carabinieri non sarà allestita nella parte anteriore della Paolini, come vorrebbero logica e buon senso, bensì nel retro. Più precisamente nel capannone un tempo adibito a cucine, officina meccanica e palestra. Assurdo. Un capannone formato dal solo piano terra, lungo, stretto, alto più di sei metri, che si trova in posizione infelice, incastrato fra altri palazzi, che non ha spazi sufficienti né idonei alle esigenze dei carabinieri. Peraltro anche di non facile accesso ai mezzi dell’Arma nonché ai cittadini che dovranno recarsi presso gli uffici della caserma. Si tratta d’una soluzione che non risponde nemmeno alle esigenze dimensionali della Compagnia ”.
Baldelli completa il quadro: “Il progetto di ristrutturazione della Paolini, non avendo il Comune (destinatario ultimo del bene) le risorse necessarie, sembra prevedere la cessione ai privati degli immobili che formano il fronte e i lati della Paolini per realizzarvi probabilmente appartamenti e spazi commerciali”.
Baldelli chiede “perché concedere ai privati la parte migliore d’un edificio pubblico e invece lasciare ai tutori dell’ordine solo un misero capannone, peraltro palesemente inidoneo anche alle esigenze di sicurezza dell’Arma mentre c’è una criminalità aggressiva? E non si venga a dire che ai carabinieri va bene quest’assurda soluzione, perché è risaputo che gli uomini dell’Arma sono usi ubbidir tacendo”.
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