Regione, controversie su monetizzazione dell’energia idroelettrica
Durante una recente seduta della Seconda commissione regionale, si è verificato un evento significativo. La giunta regionale ha tentato di fare un gesto favorevole alle multinazionali dell’idroelettrico, a scapito dei cittadini. Questo tentativo è stato fortunatamente sventato grazie all’azione delle minoranze, che hanno fatto cadere il numero legale, costringendo il presidente Mancini a sciogliere la seduta. Questo è quanto affermato dal consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Thomas De Luca.
De Luca ha spiegato che la questione riguarda la decisione della Regione Umbria di monetizzare completamente l’energia elettrica che Enel deve fornire annualmente e gratuitamente alla regione. La nuova legge regionale, che recepisce il DL semplificazioni 2019 del Governo Conte I, dispone che i concessionari dei grandi impianti idroelettrici debbano cedere una notevole quantità di energia, da destinare almeno per il 50% ai servizi pubblici o a categorie di utenti nei territori interessati.
Se si opta per la monetizzazione, la Regione vincola l’utilizzo delle stesse risorse in egual misura ai territori. Tuttavia, come già denunciato giorni fa, la delibera dispone la ‘monetizzazione integrale’ senza specificare alcuna destinazione. Inoltre, nella suddetta Dgr, la giunta propone che la percentuale dei ricavi da usare come base per il calcolo della componente variabile del canone sia pari al 2,5%, cioè la soglia minima prevista dalla legge.
Questo è visto come un regalo inspiegabile ad Enel, che con lo sfruttamento delle risorse idriche del territorio fattura ricavi da centinaia di milioni di euro ogni anno, lasciando poco più che le briciole ai territori. Terni è il territorio maggiormente interessato da questa vicenda. Si parla di cifre complessive che potrebbero aggirarsi in un valore economico che supera i 7 milioni di euro.
Le proposte del Movimento 5 stelle per l’utilizzo di queste risorse erano state quelle di sostenere i costi energetici degli ospedali o di contrastare la povertà energetica delle famiglie attraverso una sorta di reddito energetico che avrebbe potuto alleviare le spese delle famiglie in stato di povertà di circa 200 euro.
De Luca ha proseguito criticando il silenzio del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, di fronte a questa situazione. Dopo essere stato direttamente chiamato in causa dal M5s per invitarlo a farsi audire dalla stessa commissione regionale sulla materia in oggetto, il Sindaco e la Giunta sono rimasti in totale silenzio, abdicando ad ogni tentativo di difendere la propria città. Bandecchi, propenso ai grandi annunci puntualmente disattesi, si dimostra totalmente incapace di agire a tutela degli interessi dei ternani ed è ormai in totale armonia con Forza Italia e l’assessore Morroni, che ha promosso la suddetta delibera. De Luca si chiede se questo sia il segnale di un ingresso di Alternativa Popolare nella coalizione di centrodestra come soccorso azzurro.
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