Arpino parla inglese. Negli ultimi anni, almeno un centinaio di famiglie hanno acquistato una o più abitazioni in qualche caso, nella Città di Cicerone.
Una migrazione inversa a quella che ha visto svuotarsi i paesi della Ciociaria nell’immediato dopoguerra verso altri Paesi del mondo, dall’America alle isole britanniche passando per l’Australia. Da una decade a questa parte, alcuni centri storici della provincia di Frosinone hanno fatto da attrattore, prima turistico e poi residenziale, per tanti stranieri rimasti affascinati dai luoghi. Sora, Isola Liri, Boville Ernica, Veroli, Fumone sono alcune delle località prescelte per cambiare totalmente vita. Ma ad Arpino il fenomeno ha raggiunto una dimensione notevole tanto che è facile incontrare persone e personalità che hanno deciso di vivere stabilmente o soltanto per qualche mese all’anno in questa città o nei dintorni. Così una domenica mattina, ci siamo imbattuti in una piacevole conversazione con Graham Connor. È di Brighton, vicino Londra, ed è un professionista della comunicazione pubblicitaria. Ci accoglie al suo tavolo mentre si intrattiene davanti ad un aperitivo con la moglie Annie e alcuni amici svedesi, anche loro proprietari di un appartamento nel centro storico.
IL SOGNO DI UN VINO
Ci racconta della sua passione per il territorio arpinate con cui ha instaurato un legame profondo. Oltre ad aver acquistato un appartamento e due casali storici, ha investito anche in un vigneto. L’intenzione è proprio quella di produrre vino biologico da vitigni autoctoni come il leccinaro, una delle sue passioni. E ha già pensato all’etichetta: ci mostra un disegno di Birillo, il cane diventato la mascotte della città per simpatia e la sua abitudine di accompagnare i pellegrini che percorrono il Cammino di San Benedetto che fa tappa proprio ad Arpino. E anche Birillo ama gli aperitivi a base di vino tanto che il disegno è appeso nell’enoteca di Alessio e Chiara. Porgiamo a Graham la domanda fatidica: perché vi siete trasferiti proprio ad Arpino? «Facile – esclama – perché si trova in un punto strategico tra Roma e Napoli, tra la montagna e il mare. I collegamenti ci sono e il paesaggio e il clima sono splendidi». E il lavoro? Come è possibile lavorare a così grandi distanze? E la risposta anche questa volta è ovvia: oggi c’è internet, lavoro on line.
GLI SVEDESI
Ampliamo la conversazione anche agli amici svedesi. Joakim Lundstedt è un agente immobiliare e Clas Lundstedt è un giornalista. La loro permanenza ad Arpino è intermittente, ma nel complesso nell’arco di un anno soggiornano ad Arpino per cinque mesi circa. Hanno comprato un piccolo appartamento nel borgo. Sono stati attratti dall’Italia soprattutto per il clima, ma anche per il patrimonio culturale, la natura e l’atteggiamento amichevole delle persone. Si dicono contenti della scelta. Paula Sinclair siede nel tavolino a fianco. E’ canadese e ad Arpino ha aperto un negozio di arredamento e oggettistica per la casa. Ci spiega che vive qui con il marito inglese e che i raffinati mobili arrivano direttamente dal Canada. Dal suo sorriso traspare soddisfazione. E’ stata accolta con amicizia e si è integrata perfettamente.
IL FASCINO
Ma oltre a famiglie inglesi, in Ciociaria sono arrivate persone anche dagli Stati Uniti, Australia, Sud Africa, Olanda, Francia, dalla Finlandia e dalla penisola scandinava. Una delle prime persone a scegliere Arpino come residenza stabile è stata Alison Holland, ormai tredici anni fa. Era un funzionario di banca e aveva già abitato a Sidney e a Singapore. «Prima di individuare il posto e la casa giusta in Italia, ho visitato ben 50 case tra l’Abruzzo e il Lazio» ci racconta. «Poi sono arrivata ad Arpino e sono rimasta affascinata dal centro storico, le chiese, gli scorci. E sono riuscita ad intercettare la casa in cui abito tutt’ora». Alison vive con la figlia in una dimora storica, un’elegante palazzina con decorazioni di pregio che l’ha impegnata in un’attenta ristrutturazione. Probabilmente al suo interessamento si deve la migrazione successiva. «Era un peccato che tante belle ville, casali e dimore antiche fossero rimaste abbandonate o comunque non abitate. Così mi sono interessata e ho cominciato ad agevolare le mediazioni con le agenzie».
Facendo un rapido conto limitato ai casi trattati dalla mediatrice, sono circa 170 le famiglie che hanno acquistato immobili in Ciociaria, di cui un centinaio ad Arpino. Tutto bello, dunque, tranne per un aspetto: “troppa burocrazia” lamenta Alison. E non solo lei.
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