TEMPIO. Un villaggio vacanze non ancora ultimato sulla costa di Trinità, a Punta Canneddi, andrà all’asta giudiziaria il prossimo aprile per un’importo di poco inferiore a 25 milioni di euro.
Dopo il fallimento della società costruttrice, una azienda immobiliare con sede legale a Olbia, i lavori di completamento dell’intero complesso che comprende l’area riservata alla struttura ricettiva alberghiera, una struttura da 143 camere, centro servizi e piscina, e la zona residenzale, 110 villlette a schiera mono e bifamiliari, realizzate sul promontorio di Canneddi, si sono fermati. L’imponente costruzione sulla costa di Trinità, uno dei Comuni isolani dove mattone e cemento hanno proliferato sin dagli anni Sessanta, rischia di restare l’ennesima incompiuta sul mare versa infatti in pessime condizioni di manutenzione e, come descrive gli immobili il perito incaricato dal curatore fallimentare, il commercialista Gian Piero Senes, le infiltrazioni d’acqua dovute alle condizioni meteorologiche rischiano di creare ulteriodi danni alle strutture portanti di buona parte degli immobili. L’avvio dei lavori venne dato nel 2008, quando la società costrutrice ottenne dal comune di Trinità d’Agultu il via libera alla realizzazione della struttura ricettiva. Ma la crisi planetaria ha travolto anche l’industria del mattino sull’isola, mettendo in ginocchio la società che, dopo aver fatto ricorso al concordato preventivo, non è riuscita ultimare l’opera finendo nelle secche del fallimento. Nei giorni scorsi il giudice delegato Andrea Pastori ha autorizzato l’asta giudiziaria che si svolgerà nel tribunale di Tempio il prossimo aprile, con la vendita di due distinti lotti. Nel primo rientrano diversi ettari di terreni, per un valore stimato di circa due milioni di euro, mentre il secondo lotto, ben più corposo, comprende gli immobili e le pertinenze (piscina, cucine, ripostigli e vani servizi) che fanno parte della struttura alberghiera e residenziale. L’asta partirà da una base di 24 milioni di euro com rilanci minimi di 25 mila euro. Ma considerato l’attuale situazione di stagnazione del mercato immobiliare sarà difficile, come accade per altri fallimenti multimilionari, che qualcuno si presenti alla prima asta pubblica. Il gioco degli speculatori – che però trova nuovi argini giuridici che prevedono la sospensione del ribasso se il prezzo di vendita viene ritenuto non equo dal magistrato delegato – che frequentano le aste giudiziarie sta diventato sempre più difficoltoso, considerati i paletti che vengono posti dalle nuove normative per la partecipazione alle aste pubbliche. I terreni su cui sorge il complesso facevano parte, in origine, di una zona acquistata dalla vecchia società Calarossa srl, che vendette il tutto alla Valtur.
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