La Banca d’Italia certifica la forte riduzione del credito nel secondo semestre dell’anno scorso, sia per le famiglie che per le imprese, seguita al rialzo dei tassi Bce, anche se la Crif, società di servizi finanziari, rileva una ripresa dei mutui nel primo semestre del 2024.
La domanda di finanziamenti
Secondo l’analisi sul credito territoriale della banca centrale la domanda di finanziamenti bancari da parte delle imprese è diminuita ovunque, tranne nel Centro Italia, dove già a fine ‘23 si è registrata un’inversione di tendenza. A causare la flessione nelle altre aree del Paese «l’indebolimento della congiuntura e i più elevati tassi di interesse praticati dalle banche, il maggior autofinanziamento e le minori esigenze per la ristrutturazione delle posizioni debitorie pregresse».
I mutui alle famiglie
I mutui alle famiglie destinati all’acquisto di abitazioni erogati nel 2023 hanno visto scendere al 70%, in calo di 2 punti rispetto al ‘22, il rapporto tra l’ammontare del finanziamento e il valore dell’immobile. La durata media dei nuovi mutui ha invece continuato ad aumentare, raggiungendo i 25 anni. Secondo l’osservatorio Crif, tuttavia, i mutui sarebbero tornati a crescere nel primo semestre del 2024, con un +3,4%.
Gli strumenti finanziari
«Nel 2023 — sottolinea Bankitalia — vi è stata una riallocazione della domanda di strumenti finanziari, che si è spostata dai depositi bancari a strumenti più remunerativi. Il processo, particolarmente intenso nella prima parte dell’anno, è risultato più accentuato nel Centro e nel Nord Ovest del Paese».
Gli investimenti
I risparmiatori hanno accresciuto soprattutto gli investimenti in titoli di Stato, obbligazioni bancarie e quote di Oicr. Nel 2023, conclude il Rapporto, le banche hanno incrementato in tutte le aree del Paese le remunerazioni riconosciute sugli strumenti della raccolta, in particolare sui depositi vincolati.
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