“Pugno duro del Comune per il ripristino legalità”. L’assessore al Patrimonio Francesco Maresca è intervenuto in merito all’episodio avvenuto pochi giorni fa a Sampierdarena e che ha visto protagonista un membro della famiglia Canfarotta. L’uomo, 57 anni, è stato denunciato per violazione dei sigilli dopo essere stato sorpreso dai carabinieri mentre cercava di entrare, utilizzando un trapano, nella sua ex abitazione che gli era stata confiscata nel 2010.
Una confisca della proprietà che risale a un provvedimento emesso dal Tribunale di Genova in seguito all’operazione ‘Terra di Nessuno’ condotta dalla Direzione investigativa antimafia (Dia), che aveva portato alla confisca al clan Canfarotta di diversi beni immobiliari (115, 96 dei quali nel centro storico), fra cui l’abitazione in questione, nell’ambito di una più ampia azione di contrasto alla criminalità organizzata.
“Il Comune di Genova sta mettendo in campo, in accordo con l’assessorato alla Sicurezza e all’assessore Gambino tutte le misure necessarie affinché problematiche ed episodi come questo non si ripetano – prosegue l’assessore Maresca -. È nostra intenzione usare il pugno duro nei confronti di che perpetra certi atteggiamenti e denunceremo abusi e occupazioni abusive per far sì che la Polizia locale possa ripristinare in maniera celere la legalità. Come Comune teniamo lo stato dei beni confiscati alle mafie strettamente attenzionato e al prossimo tavolo di lavoro inviteremo tutti gli intenti competenti, dalla questura alle forze dell’ordine, inclusi enti e associazioni, per lavorare in maniera congiunta a tutela della legalità”.
Su quanto successo è intervenuto anche il presidente della Commissione regionale antimafia della Liguria, Roberto Centi: “L’episodio che ha avuto per protagonista Salvatore Canfarotta dovrebbe suscitare un grande senso di disappunto e sollevare le coscienze dell’opinione pubblica, invece rischia di essere derubricato come un semplice fatto di cronaca, grottesco, ma non così grave, come invece è”.
“Mi spiace constatare come di fronte a un episodio del genere l’attenzione dell’opinione pubblica sembri piuttosto sopita – aggiunge Centi -. Stiamo vivendo una sorta di ritualizzazione della coscienza dell’antimafia, ponendo la necessaria attenzione ai fenomeni mafiosi solo nelle occasioni canoniche come gli anniversari dell’uccisione di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, o la Giornata della Legalità e delle Vittime di mafia”.
“Anche se non ci sono più episodi di violenza estrema e stragista come negli anni Novanta, per lo meno in Liguria, il fenomeno mafioso persiste e va tenuto sotto controllo – conclude Centi -. Oggi la mafia non è più ‘coppola e lupara’ ma è prevalentemente rappresentata dai ‘colletti bianchi’ che fanno affari. Affari illegali che non sono innocui, poiché occorre ricordare, sono resi possibili grazie ai capitali generati dalla vendita di droga, armi e prostituzione. Affari che poi vanno anche a inquinare l’economia sana della nostra regione”.
Continua a leggere le notizie di GenovaToday, segui la nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale WhatsApp
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui