CAPANNOLI. La speranza ha resistito fino all’ultimo nel cuore del fratello Michele, di mamma Fabiola e dei tantissimi amici e conoscenti. Tutti insieme aggrappati a quel briciolo di probabilità che col passare delle ore si è tragicamente consumato ed esaurito, fino alla tragedia.
L’inizio dell’incubo
Un mal di testa nel cuore della notte, all’improvviso, l’arrivo dell’ambulanza, il trasferimento d’urgenza a Cisanello e un quadro clinico che fin dal primo momento è apparso gravissimo. Alberto Salonicchi è morto nella serata di giovedì a 37 anni. Originario dell’alta Valdera, cresciuto tra Capannoli e Terricciola, lavorava come consulente immobiliare per l’agenzia Le Colline di Forcoli. L’amore per il calcio, la passione per i viaggi e una relazione iniziata pochi mesi fa pronta a evolversi in un solido progetto di vita. Tutto incredibilmente cancellato in pochi giorni. Tutto troppo brutto per essere vero. Una disgrazia che lascia nello sconcerto e nella disperazione tutta la Valdera.
Le parole della cugina
Veronica Gabbani è la cugina di Alberto Salonicchi. Con un enorme sforzo per cacciare indietro le lacrime racconta le ultime ore di vita di Alberto.
«La scorsa settimana, alle due di notte circa, Alberto si è sentito male nella casa di Santa Lucia (frazione di Pontedera, ndr) che condivide con la compagna Isabella. È andato al bagno, inizialmente poteva sembrava un problema intestinale, ma nell’arco di pochi secondi – prosegue Veronica – ha perso conoscenza. I soccorsi sono arrivati velocissimi dopo la chiamata di Isabella, ma le condizioni di Alberto sono apparse da subito disperate». Veronica prosegue: «È morto per un aneurisma, che ha generato complicazioni irrimediabili a livello cerebrale. I medici – continua la cugina di Salonicchi – hanno spiegato che Alberto aveva una malformazione dalla nascita quasi impossibile da individuare in anticipo. È stato tutto così tremendamente veloce. Non è giusto, Alberto era unico».
Cuore grande e passioni
I primi calci al pallone Alberto Salonicchi li ha tirati nella San Bartolomeo, squadra di Capannoli. Negli ultimi anni, invece, aveva giocato e poi dato una mano come dirigente nella società amatoriale di Santo Pietro Belvedere. Nelle “Berve” – il soprannome della formazione biancorossa – Alberto condivideva momenti di gioia e spensieratezza insieme agli amici di sempre. «Riusciva a trovare le parole giuste in ogni situazione – dice ancora Veronica Gabbani – per regalare una risata a tutti, anche nei momenti più delicati. Tra le sue grandi passioni c’erano senza dubbio i viaggi, Alberto era curioso e affascinato dal mondo». Nel 2012 aveva perso il padre, morto per un infarto al rientro a casa dopo una giornata di lavoro. La madre Fabiola e il fratello Michele sono i titolari del distributore di carburante a Selvatelle.
I ricordi e l’ultimo saluto
Sono tantissimi i ricordi carichi di dolore che dalla serata di giovedì viaggiano sui social network. Dove hanno scritto anche i sindaci di Capannoli, Arianna Cecchini, e Terricciola, Mirko Bini. «Nessuna parola potrà colmare il vuoto che lasci nella nostra comunità – il post di Cecchini – ancora una volta una tragedia che non si può spiegare. Riposa in pace Alberto».
Così, invece, Mirko Bini: «I tuoi infiniti messaggi vocali e il tuo entusiasmo resteranno un bel ricordo. Ciao Alberto». Il funerale oggi alle 15 a Capannoli, nella chiesa di San Bartolomeo.
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