Il Reddito Energetico Nazionale è una misura introdotta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con il decreto 8 agosto 2023, e si pone un obiettivo molto chiaro: incentivare installazione e utilizzo di impianti fotovoltaici, mettendoli a disposizione di nuclei familiari in condizione di disagio economico.
Da questo punto di vista, il mese di luglio 2024 appare di importanza cruciale. Dal giorno 5 è infatti attivo il “Registro dei Realizzatori”, a disposizione di tutti coloro intendano beneficiare dell’agevolazione, come comunicato dal Ministero. Una misura talmente utile e appetibile che, nelle sole prime 24 ore dall’apertura del portale, i fondi destinati al Mezzogiorno sono già esauriti.
Che cos’è e come si utilizza il Registro dei Realizzatori
A inquadrare la misura era stato proprio il MASE, con un precedente e ulteriore comunicato sul proprio sito istituzionale. Qui, innanzitutto, si illustra che cosa sia esattamente il Registro dei Realizzatori: “Un elenco, presto visibile con una mappa interattiva, per trovare facilmente l’installatore qualificato di pannelli fotovoltaici più vicino. Sul portale del Gestore dei Servizi Energetici, che gestisce la misura per conto del MASE, le imprese interessate possono avviare la procedura di registrazione“.
In altre parole: per coloro che hanno il diritto ad accedere al Reddito Energetico Nazionale c’è la possibilità di dotarsi di un impianto fotovoltaico, e di poterlo fare anche in tempi rapidi. Il sistema, gestito da GSE (Gestore dei Servizi Energetici), permette infatti una facile e veloce individuazione di un tecnico che se ne occupi, previa iscrizione alla piattaforma.
Reddito Energetico Nazionale: chi può accedere alle agevolazioni
Il Ministero, nella sua nota, ricorda anche a quali cittadini è destinato il Reddito Energetico Nazionale. “Entra dunque nella fase operativa il provvedimento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che prevede un finanziamento in conto capitale per realizzare impianti fotovoltaici a uso domestico, destinato a famiglie con ISEE inferiore ai quindicimila euro, o a trentamila per i nuclei con almeno quattro figli a carico“, si legge nel comunicato.
Esistono inoltre alcuni parametri a cui sono gli installatori a doversi adeguare. “Per far parte del Registro – spiega il MASE –, le imprese dovranno essere in regola con la formazione e l’aggiornamento obbligatori richiesti per le attività di installazione e manutenzione di impianti fotovoltaici. L’iscrizione non è obbligatoria, così come si potrà decidere, una volta accreditati, di comparire o meno sulla mappa: entrambe rappresentano un’occasione di visibilità per gli operatori economici“.
Il comunicato in questione si limitava a rendere noti gli stanziamenti destinati alla misura solo per quest’anno e per il prossimo. “Il Reddito Energetico Nazionale è finanziato con duecento milioni di euro complessivi per il biennio 2024 – 2025, destinati per l’80% alle Regioni del Mezzogiorno: è previsto per l’inizio di luglio l’avvio, sul sito del GSE, del portale per la richiesta degli incentivi“, è l’informazione con cui il MASE concludeva la sua nota.
Fondi Mezzogiorno già esauriti: Reddito Energetico Nazionale verso il rilancio
Come detto, però, il già citato 80% di fondi per il Mezzogiorno è andato esaurito dopo appena 24 ore dall’apertura del servizio. Lo ha annunciato Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Si tratta di “oltre diecimila richieste di accesso al beneficio“, presentate “da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna“. Proprio per questo motivo il MASE ha preannunciato che “Un nuovo bando verrà aperto nel 2025 con altri cento milioni di euro (80% al Mezzogiorno)“.
“I numeri registrati nella prima giornata confermano la giusta direzione intrapresa: contrastare concretamente la povertà energetica e incrementare al contempo i benefici ambientali. In appena 24 ore dall’apertura dello sportello telematico del GSE, la gran parte delle risorse per il Reddito Energetico Nazionale è andata esaurita. È già terminata la disponibilità nelle Regioni del Mezzogiorno, cui erano destinati 80 dei cento milioni per il 2024. E complessivamente, restano circa 15 milioni per le Regioni del centro nord“, ha commentato il Ministro Pichetto.
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