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Ridare vita ai piccoli borghi, incentivandone la riqualificazione e le attività imprenditoriali soprattutto turistiche. Questa l’idea di fondo del Piano Nazionale Borghi. Un modo per ripopolare alcune perle dimenticate delle aree interne, per creare nuovi poli turistici fuori dalle grandi città e per contrastare la fuga dei giovani, in particolare dal Sud, incentivando gli investimenti nei territori d’origine. Il programma è del ministero della Cultura con le risorse del Pnrr e mette in campo, in tutto il Paese, 800 milioni per i piccoli Centri storici. Quattrocentoventi milioni vanno a favore di ventuno Comuni, uno per ogni Regione o Provincia autonoma, per la rigenerazione culturale, sociale ed economica di venti borghi abbandonati o a rischio abbandono. La somma restante, chiamata linea B, riguarda 289 comuni per la realizzazione di progetti locali di rigenerazione culturale e sociale di borghi con meno di 5mila abitanti. Ma non è finita qui. Per questi stessi Comuni, in ballo ci sono altri 188 milioni per aiutare micro, piccole e medie imprese che vogliono svilupparsi in queste aree. E proprio questi fondi sono stati sbloccati. Nei giorni scorsi sono state assegnate le risorse per 2.779 iniziative imprenditoriali nei borghi italiani.
Le risorse
Come saranno divise le risorse? Il Sud porta a casa in totale, tra gli investimenti per i Comuni e gli aiuti alle imprese, 400 milioni, mentre tutto il Centro-Nord ne avrà circa 600. La Campania, in particolare, è la seconda Regione per investimenti: 61 milioni. Poco di più ne riceverà la Sicilia: 65 milioni. Segue il Lazio con 54 milioni, poi Veneto, Puglia e Lombardia con circa 49 milioni. In Campania, in particolare, arriverà l’investimento maggiore per quanto riguarda il sostegno alle attività imprenditoriali: 22 milioni. E sono ben 306 le proposte finanziate con fondi che vanno dai 30mila ai 75mila euro a seconda del punteggio ottenuto dal progetto in sede di presentazione. Insomma: un bel po’ di soldi per dare l’occasione a tanti imprenditori locali, in particolare i più giovani, di creare della attività che gli consentano di vivere e far risplende i tanti borghi campani. Le imprese che hanno ottenuto il finanziamento hanno presentato progetti con uno scopo e peculiarità ben precise: promuovere in modo innovativo la rigenerazione dei piccoli Comuni attraverso l’offerta di servizi, sia per la popolazione locale sia per i visitatori, nonché la sostenibilità ambientale, proponendo progetti attenti alla riduzione delle emissioni inquinanti, alla riduzione dei consumi, allo smaltimento dei rifiuti, alle soluzioni di economia circolare.
Il progetto
Il ministro Gennaro Sangiuliano punta forte sul progetto: «I borghi storici costituiscono la spina dorsale del patrimonio culturale italiano, espressione di una bellezza ammirata in tutto il mondo che è fondamentale tutelare e valorizzare».
La distribuzione
Ma tornando i fondi che arriveranno in Campania. Già nel 2022 erano stati selezionati, con 20 milioni a testa, i ventuno borghi a rischio abbandono, uno per Regione. E per la Campania è stato scelto il borgo di Sanza, nel Salernitano, col progetto Borgo dell’accoglienza. Per gli altri piccoli Comuni, invece, ci sono i finanziamenti per i progetti di rigenerazione sociale ed economica. In Campania i fondi vanno a dodici comuni nel Salernitano, otto nel sannio, sei nel Casertano e cinque nell’area irpina. E agli stessi Comuni vanno anche i fondi per i finanziamenti alle imprese, quelli appena sbloccati. È anche in questo caso è l’enorme provincia di Salerno a fare la parte del leone con la bellezza di 144 progetti imprenditoriali finanziati: 26 a Oliveto Citra, 22 a Contursi Terme, 14 a Tramonti, 13 a Pollica, 12 a Pisciotta, 11 a testa a Caselle in Pittari, Sessa Cilento e Tortorella, 10 ad Atena Lucana, 7 a San Mauro Cilento, 5 a Serramezzana e 4 a Valva. Il Sannio è il secondo territorio per numero di finanziamenti, ben 70: 12 di questi vanno a Morcone, 11 a testa per Castelpoto, Pontelandolfo e Paduli, 10 a Pietraroja, 7 per Circello e Santa Croce del Sannio e uno a Sant’Arcangelo Trimonte. Nel Casertano sono 53 i finanziamenti: 12 a Ruviano, 11 a Gioia Sannitica, 10 a Conca della Campania, 9 a Castello del Matese, 8 a Falciano del Massimo e 3 a Letino. Chiude l’area Irpina con 41 progetti finanziati: ben 18 ad Ospedaletto d’Apinolo, 9 a Montefusco, 7 a Santa Paolina, 6 a Chiusano e 1 a Torrioni.
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