L’udienza al Tribunale di Milano per l’esame dello stato passivo e’ fissata per il 19 giugno e 30 giorni prima le imprese devono presentare le domande di insinuazione
Resta critica la situazione dell’indotto ex Ilva (ora Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria). Ad AGI fonti dell’associazione Aigi, che raggruppa la maggior parte dell’indotto, dichiarano che, a parte gli interventi annunciati da Sace con due linee di factoring per complessivi 220 milioni – destinatari, rispettivamente, l’amministrazione straordinaria e l’indotto – e da Mediocredito centrale con il Fondo di garanzia, sinora dalle banche non e’ stata manifestata alcuna disponibilita’ ad intervenire. “E’ tutto fermo” si osserva da parte di Aigi. Per l’intervento di Sace, in particolare, l’indotto attende che i commissari completino la certificazione dei crediti.
Altra preoccupazione riguarda l’insinuazione nello stato passivo di AdI. L’udienza al Tribunale di Milano per l’esame dello stato passivo e’ fissata alle 9.30 del 19 giugno e 30 giorni prima le imprese devono presentare le domande di insinuazione. Nel frattempo, Mediocredito Centrale ha emesso un nuovo provvedimento sul Fondo di garanzia, correggendo quello di meta’ marzo che indicava ancora nel 50 per cento la percentuale di fatturato chiesta alle imprese verso AdI come condizione di accesso al Fondo stesso.
Nella conversione in legge del decreto, questa percentuale e’ stata abbassata e portata al 35 per cento (in origine era il 70) e Mediocredito ora specifica che “fermo restando le altre condizioni di ammissibilita’, si fa presente che le imprese beneficiarie devono aver prodotto, negli ultimi cinque esercizi precedenti la data di presentazione della richiesta di garanzia, almeno il 35 per cento del fatturato medio complessivo nei confronti dell’impresa committente sottoposta alle procedure di amministrazione straordinaria”. (AGI)
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